Ogni settimana la redazione di Focus Storia approfondisce un tema storico o rilegge in chiave storica un avvenimento di attualità. Per capire il presente scoprendo il passato.
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コンテンツは Riccardo Palombo e Antonio Dini, Riccardo Palombo, and Antonio Dini によって提供されます。エピソード、グラフィック、ポッドキャストの説明を含むすべてのポッドキャスト コンテンツは、Riccardo Palombo e Antonio Dini, Riccardo Palombo, and Antonio Dini またはそのポッドキャスト プラットフォーム パートナーによって直接アップロードされ、提供されます。誰かがあなたの著作物をあなたの許可なく使用していると思われる場合は、ここで概説されているプロセスに従うことができますhttps://ja.player.fm/legal。
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Greenlights, AirTag, Tezuka e Munari
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Puntata veloce ma soda, come si dice. Questa volta siamo stati belli concentrati e abbiamo cambiato argomento solo venti volte, o giù di lì. Forse una o due meno della media.
Note (e link) della puntata: https://tilde.show/podcast-15/
È difficile spiegare dove siamo andati a parare e soprattutto come ci siamo arrivati: meglio ascoltare la puntata. Però, per i più curiosi, abbiamo parlato di libri belli (“Compro libri, anche in grande quantità” di Giovanni Spadaccini) e libri davvero molto belli (i diari di Virginia Woolf) che quasi ti rovinano il gusto di quello che leggi dopo. Però anche fumetti belli, come quello di Osamu Tezuka, che ci ha fatto pensare a come si fa a gestire un’opera complessa facendo attenzione al dettaglio e all’architettura complessiva. E poi Riccardo è rimasto molto perplesso perché c’era la biografia di Matthew McConaughey che è stata recensita un po’ troppo bene (attenzione: la versione per Kindle del libro non funziona).
Poi tra gli altri ci sono due temi e mezzo che sono più caldi del solito, in questa puntata: le AirTag, che Antonio ha recensito in anteprima (e un po’ ci chiediamo: ma ci sono davvero così tanta persone che perdono le chiavi di casa ogni giorno? E poi, perché tutte queste paranoie sugli stalker? Possibile che il mondo sia solo pieno di gente brutta?) e la tastiera che Riccardo sta montando un pezzettino alla volta, saldatore alla mano. È un progettone, lo vedrete presto in video (forse) ma soprattutto, dice Riccardo, credevo di aver saperne di tastiere ma adesso ho capito che non ne sapevo quasi niente. Bisogna costruirla una cosa per capire come funziona. Come diceva Richard Feynman, dopotutto, “quello che non posso ricreare non lo posso capire”.
A proposito di costruire, il mezzo tema che avanzava è il bonsai della Lego, che Antonio ha costruito facendosi aiutare da suo figlio ottenne, sennò era ancora là che cercava di finirlo. A Riccardo non piace, ma sul Mac Mini M1 di Antonio illuminato di tre quarti ci sta alla grande. Infine, sia Antonio che Riccardo sono al lavoro su un po’ di articoli e cose varie da chiudere perché tutti e due hanno una gran voglia di andarsene un po’ in vacanza, quando riapre l’Italia. Come dargli torto?
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Note (e link) della puntata: https://tilde.show/podcast-15/
È difficile spiegare dove siamo andati a parare e soprattutto come ci siamo arrivati: meglio ascoltare la puntata. Però, per i più curiosi, abbiamo parlato di libri belli (“Compro libri, anche in grande quantità” di Giovanni Spadaccini) e libri davvero molto belli (i diari di Virginia Woolf) che quasi ti rovinano il gusto di quello che leggi dopo. Però anche fumetti belli, come quello di Osamu Tezuka, che ci ha fatto pensare a come si fa a gestire un’opera complessa facendo attenzione al dettaglio e all’architettura complessiva. E poi Riccardo è rimasto molto perplesso perché c’era la biografia di Matthew McConaughey che è stata recensita un po’ troppo bene (attenzione: la versione per Kindle del libro non funziona).
Poi tra gli altri ci sono due temi e mezzo che sono più caldi del solito, in questa puntata: le AirTag, che Antonio ha recensito in anteprima (e un po’ ci chiediamo: ma ci sono davvero così tanta persone che perdono le chiavi di casa ogni giorno? E poi, perché tutte queste paranoie sugli stalker? Possibile che il mondo sia solo pieno di gente brutta?) e la tastiera che Riccardo sta montando un pezzettino alla volta, saldatore alla mano. È un progettone, lo vedrete presto in video (forse) ma soprattutto, dice Riccardo, credevo di aver saperne di tastiere ma adesso ho capito che non ne sapevo quasi niente. Bisogna costruirla una cosa per capire come funziona. Come diceva Richard Feynman, dopotutto, “quello che non posso ricreare non lo posso capire”.
A proposito di costruire, il mezzo tema che avanzava è il bonsai della Lego, che Antonio ha costruito facendosi aiutare da suo figlio ottenne, sennò era ancora là che cercava di finirlo. A Riccardo non piace, ma sul Mac Mini M1 di Antonio illuminato di tre quarti ci sta alla grande. Infine, sia Antonio che Riccardo sono al lavoro su un po’ di articoli e cose varie da chiudere perché tutti e due hanno una gran voglia di andarsene un po’ in vacanza, quando riapre l’Italia. Come dargli torto?
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Puntata veloce ma soda, come si dice. Questa volta siamo stati belli concentrati e abbiamo cambiato argomento solo venti volte, o giù di lì. Forse una o due meno della media.
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È difficile spiegare dove siamo andati a parare e soprattutto come ci siamo arrivati: meglio ascoltare la puntata. Però, per i più curiosi, abbiamo parlato di libri belli (“Compro libri, anche in grande quantità” di Giovanni Spadaccini) e libri davvero molto belli (i diari di Virginia Woolf) che quasi ti rovinano il gusto di quello che leggi dopo. Però anche fumetti belli, come quello di Osamu Tezuka, che ci ha fatto pensare a come si fa a gestire un’opera complessa facendo attenzione al dettaglio e all’architettura complessiva. E poi Riccardo è rimasto molto perplesso perché c’era la biografia di Matthew McConaughey che è stata recensita un po’ troppo bene (attenzione: la versione per Kindle del libro non funziona).
Poi tra gli altri ci sono due temi e mezzo che sono più caldi del solito, in questa puntata: le AirTag, che Antonio ha recensito in anteprima (e un po’ ci chiediamo: ma ci sono davvero così tanta persone che perdono le chiavi di casa ogni giorno? E poi, perché tutte queste paranoie sugli stalker? Possibile che il mondo sia solo pieno di gente brutta?) e la tastiera che Riccardo sta montando un pezzettino alla volta, saldatore alla mano. È un progettone, lo vedrete presto in video (forse) ma soprattutto, dice Riccardo, credevo di aver saperne di tastiere ma adesso ho capito che non ne sapevo quasi niente. Bisogna costruirla una cosa per capire come funziona. Come diceva Richard Feynman, dopotutto, “quello che non posso ricreare non lo posso capire”.
A proposito di costruire, il mezzo tema che avanzava è il bonsai della Lego, che Antonio ha costruito facendosi aiutare da suo figlio ottenne, sennò era ancora là che cercava di finirlo. A Riccardo non piace, ma sul Mac Mini M1 di Antonio illuminato di tre quarti ci sta alla grande. Infine, sia Antonio che Riccardo sono al lavoro su un po’ di articoli e cose varie da chiudere perché tutti e due hanno una gran voglia di andarsene un po’ in vacanza, quando riapre l’Italia. Come dargli torto?
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È difficile spiegare dove siamo andati a parare e soprattutto come ci siamo arrivati: meglio ascoltare la puntata. Però, per i più curiosi, abbiamo parlato di libri belli (“Compro libri, anche in grande quantità” di Giovanni Spadaccini) e libri davvero molto belli (i diari di Virginia Woolf) che quasi ti rovinano il gusto di quello che leggi dopo. Però anche fumetti belli, come quello di Osamu Tezuka, che ci ha fatto pensare a come si fa a gestire un’opera complessa facendo attenzione al dettaglio e all’architettura complessiva. E poi Riccardo è rimasto molto perplesso perché c’era la biografia di Matthew McConaughey che è stata recensita un po’ troppo bene (attenzione: la versione per Kindle del libro non funziona).
Poi tra gli altri ci sono due temi e mezzo che sono più caldi del solito, in questa puntata: le AirTag, che Antonio ha recensito in anteprima (e un po’ ci chiediamo: ma ci sono davvero così tanta persone che perdono le chiavi di casa ogni giorno? E poi, perché tutte queste paranoie sugli stalker? Possibile che il mondo sia solo pieno di gente brutta?) e la tastiera che Riccardo sta montando un pezzettino alla volta, saldatore alla mano. È un progettone, lo vedrete presto in video (forse) ma soprattutto, dice Riccardo, credevo di aver saperne di tastiere ma adesso ho capito che non ne sapevo quasi niente. Bisogna costruirla una cosa per capire come funziona. Come diceva Richard Feynman, dopotutto, “quello che non posso ricreare non lo posso capire”.
A proposito di costruire, il mezzo tema che avanzava è il bonsai della Lego, che Antonio ha costruito facendosi aiutare da suo figlio ottenne, sennò era ancora là che cercava di finirlo. A Riccardo non piace, ma sul Mac Mini M1 di Antonio illuminato di tre quarti ci sta alla grande. Infine, sia Antonio che Riccardo sono al lavoro su un po’ di articoli e cose varie da chiudere perché tutti e due hanno una gran voglia di andarsene un po’ in vacanza, quando riapre l’Italia. Come dargli torto?
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